IDA COZZARINI

Autore / Produttore: Fotografo Padovan
Data: Gennaio 1926
Fonte/Informatore: Fabio Barnava
Data e luogo di raccolta dell'informazione: maggio 2023, Maniago
Indicazioni sul soggetto: Ida Cozzarini
Luogo dello scatto: Trieste
Data dello scatto: Gennaio 1926
Occasione: Ritratto
Annotazioni: Fot. Padovan Trieste
Autore dello scatto / Fotografo: Fotografo Padovan
Proprietario / Archivio: Fabio Barnava
Data: Gennaio 1926
Fonte/Informatore: Fabio Barnava
Data e luogo di raccolta dell'informazione: maggio 2023, Maniago
Indicazioni sul soggetto: Ida Cozzarini
Luogo dello scatto: Trieste
Data dello scatto: Gennaio 1926
Occasione: Ritratto
Annotazioni: Fot. Padovan Trieste
Autore dello scatto / Fotografo: Fotografo Padovan
Proprietario / Archivio: Fabio Barnava
Ida Cozzarini (Maniago 17/10/1897- 16/08/1984, sepolta nella tomba di famiglia del marito a Cilavegna) ritratta presso lo studio fotografico Padovan di Trieste con la caratteristica cloche anni 20.
Era emigrata a Trieste alla fine della grande guerra perché aveva la passione della sartoria e disse a i suoi genitori che “non voleva passare la sua vita a fare da serva ai suoi fratelli”.
Così il padre Giovanni Battista Cozzarini (detto Giobatta), che era di larghe vedute, la mandò a Trieste da alcuni parenti benestanti dove imparò il mestiere di sarta.
All’epoca le donne arricchite usavano molto comprare pellicce e circondarsi di suppellettili in oro e argento, oltre che avere cristalli di Boemia (sia lampadari che bicchieri), tutte cose che Ida non si faceva mancare.
In questo scatto mostra un sorriso smagliante, cosa rara e non comune a quei tempi in cui, nei ritratti ufficiali, di solito si posava seri e composti.
Spesso chi mostrava i denti in un sorriso all’epoca era gente di spettacolo.
Qui probabilmente Ida voleva mostrare il suo carattere di donna emancipata in cui incarna lo spirito dei ruggenti anni ’20.
Era emigrata a Trieste alla fine della grande guerra perché aveva la passione della sartoria e disse a i suoi genitori che “non voleva passare la sua vita a fare da serva ai suoi fratelli”.
Così il padre Giovanni Battista Cozzarini (detto Giobatta), che era di larghe vedute, la mandò a Trieste da alcuni parenti benestanti dove imparò il mestiere di sarta.
All’epoca le donne arricchite usavano molto comprare pellicce e circondarsi di suppellettili in oro e argento, oltre che avere cristalli di Boemia (sia lampadari che bicchieri), tutte cose che Ida non si faceva mancare.
In questo scatto mostra un sorriso smagliante, cosa rara e non comune a quei tempi in cui, nei ritratti ufficiali, di solito si posava seri e composti.
Spesso chi mostrava i denti in un sorriso all’epoca era gente di spettacolo.
Qui probabilmente Ida voleva mostrare il suo carattere di donna emancipata in cui incarna lo spirito dei ruggenti anni ’20.