Madre e figli nel cortile
Autore / Produttore: Probabile Falomo
Data: 1918 ca.
Fonte/Informatore: Fabio Barnava
Data e luogo di raccolta dell'informazione: maggio 2023, Maniago
Indicazioni sul soggetto: Assunta Rosa Bian seduta con accanto i figli Giovanni e Amelia in giardino. Sopra di loro alcuni arbusti e dietro un antico muro con feritoia. Amelia sembra tenere in mano due fiori e in testa ha un grande fiocco. Sua madre tiene al mignolo e all'anulare due anelli e sul colletto dell'abito ha una spilla.
Luogo dello scatto: Maniago
Data dello scatto: 1918 ca.
Occasione: Ritratto/ricordo
Annotazioni: Formato Gabinetto
Autore dello scatto / Fotografo: Probabile Falomo
Proprietario / Archivio: Fabio Barnava
Data: 1918 ca.
Fonte/Informatore: Fabio Barnava
Data e luogo di raccolta dell'informazione: maggio 2023, Maniago
Indicazioni sul soggetto: Assunta Rosa Bian seduta con accanto i figli Giovanni e Amelia in giardino. Sopra di loro alcuni arbusti e dietro un antico muro con feritoia. Amelia sembra tenere in mano due fiori e in testa ha un grande fiocco. Sua madre tiene al mignolo e all'anulare due anelli e sul colletto dell'abito ha una spilla.
Luogo dello scatto: Maniago
Data dello scatto: 1918 ca.
Occasione: Ritratto/ricordo
Annotazioni: Formato Gabinetto
Autore dello scatto / Fotografo: Probabile Falomo
Proprietario / Archivio: Fabio Barnava
Sono ritratti Assunta Rosa Bian con i primi due figli Giovanni e Amelia avuti dal matrimonio contratto il 28 gennaio del 1906 con Giacinto Calligaro. Dalla lettura del testamento originale, sappiamo che il padre di Assunta, Giovanni Battista Rosa Bian (detto Giobatta), di antica famiglia maniaghese, lasciò in dote delle somme inferiori per le figlie femmine. Il marito di Assunta, Giacinto Calligaro, viveva in Austria, dove aveva un’impresa edile. La moglie con i figli era rimasta a vivere a Maniago presso la casa dei suoceri. Il suocero Angelo era detto il “doge di Fratta” perché molto autoritario. Il figlio primogenito Giovanni morirà quindicenne di febbre spagnola. Assunta, in questo periodo, diceva a sua figlia Amelia di camminare con i piedi a “papera” (in fuori) come le sue cugine Franceschina perché secondo loro era elegante. Invece Amelia camminava buttando le punte dei piedi in dentro. Lei e suo fratello Mario da bambini usavano giocare sui sassi del Colvera e d’estate facevano il bagno nel fiume. Spesso rubavano anche dei frutti alla sera. A Carnevale il primo giorno di Quaresima usavano vestirsi in maschera e andavano per le case del paese chiedendo dolci e caramelle che la gente gli dava. Amelia comandava molto il fratello minore Mario e gli faceva fare quello che voleva. Una volta, sempre a Carnevale, gli aveva fatto mettere delle tende in testa come travestimento per andare sempre di casa in casa a chiedere dolcetti.