Bruno Candido e le dalmine | Artigianato in Friuli Venezia Giulia | Turismo FVG
Autore / Produttore: friuliveneziagiulia.turismo
Collocazione: Playlist YouTube: Mani che sanno, mani che fanno
Data: 22 marzo 2011
Fonte/Informatore: Bruno Candido
Data e luogo di raccolta dell'informazione: anni 60/70? Poffabro
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Data: 22 marzo 2011
Fonte/Informatore: Bruno Candido
Data e luogo di raccolta dell'informazione: anni 60/70? Poffabro
Artigianato in Friuli Venezia Giulia: Arti e mestieri nel territorio dell'Ecomuseo regionale delle Dolomiti Friulane
- Lis Aganis. Bruno Candido e le dalmine.
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Bruno Candido ci racconta che ha imparato a realizzare le “dalmine” guardando suo nonno: quello che lui sta portando avanti è quindi il mestiere di famiglia. L'attrezzo principale per fare la sgrossatura della dalmina è il “cortellaz” che viene affilato in un modo particolare: da un lato è dritto, dall'altro smussato, per guidarlo meglio nella fase di sgrossatura. Poi, con il “ferro da cercli” (così si chiama in friulano), si procede alla finitura esterna della dalmina.
La fase successiva è la foratura interna (dove si infila il piede): per questo procedimento, serve uno strumento denominato “l'assa a sapon”. Dopodiché si passa alla finitura che si fa con il “pletor”: viene messo sulla morsa e si lavora di spalla, fino a che si ottiene la finitura completa.
Le tomaie sono fatte con diversi tipi di cuoio: se si usa quello più malleabile, non serve metterla in forma; se invece si usa quello più duro, bisogna fare in modo che prenda la forma del piede.
Con il punteruolo, si inseriscono infine i chiodini che fissano la tomaia al legno, poi, come rinforzo, si aggiunge una lamella di metallo.
- Lis Aganis. Bruno Candido e le dalmine.
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Bruno Candido ci racconta che ha imparato a realizzare le “dalmine” guardando suo nonno: quello che lui sta portando avanti è quindi il mestiere di famiglia. L'attrezzo principale per fare la sgrossatura della dalmina è il “cortellaz” che viene affilato in un modo particolare: da un lato è dritto, dall'altro smussato, per guidarlo meglio nella fase di sgrossatura. Poi, con il “ferro da cercli” (così si chiama in friulano), si procede alla finitura esterna della dalmina.
La fase successiva è la foratura interna (dove si infila il piede): per questo procedimento, serve uno strumento denominato “l'assa a sapon”. Dopodiché si passa alla finitura che si fa con il “pletor”: viene messo sulla morsa e si lavora di spalla, fino a che si ottiene la finitura completa.
Le tomaie sono fatte con diversi tipi di cuoio: se si usa quello più malleabile, non serve metterla in forma; se invece si usa quello più duro, bisogna fare in modo che prenda la forma del piede.
Con il punteruolo, si inseriscono infine i chiodini che fissano la tomaia al legno, poi, come rinforzo, si aggiunge una lamella di metallo.