Intervista a Luciano Santin, scalpellino e norcino
Autore / Produttore: Istituto Comprensivo “A. Zanzotto” di Caneva-Polcenigo
Collocazione: I protagonisti
Data: giugno 2020
Fonte/Informatore: Luciano Santin
Data e luogo di raccolta dell'informazione: giugno 2020, Polcenigo
Collocazione: I protagonisti
Data: giugno 2020
Fonte/Informatore: Luciano Santin
Data e luogo di raccolta dell'informazione: giugno 2020, Polcenigo
•Come si chiama?
Luciano Santin.
•Quanti anni ha?
Ottanta.
•Fino a quando è andato a scuola? A quanti anni ha iniziato a fare questo mestiere?
Ho frequentato solo le elementari, poi ho iniziato a lavorare come succedeva al 99% dei ragazzi del paese; ho iniziato come fabbro e maniscalco, si guadagnava poco e quindi sono andato a Venezia dove ho lavorato come cuoco; poi mi hanno chiamato per il servizio militare.
Quando sono tornato a casa ho visto mio cugino che era scultore e scalpellino e ho imparato questo mestiere meglio di lui perché ho molta fantasia.
•Ha mai creato un suo prodotto per una persona importante?
Adesso ci sono diverse mie fontane a Polcenigo: una a San Giacomo, una in centro, una a Coltura nella sede degli alpini e una sempre a Coltura in piazza, una a San Giovanni. Inoltre ho realizzato qualche capitello, lavorando per il paese ma senza prendere soldi, per passione.
•Lavora ancora?
Ho qualche problema di salute, non riesco dunque a fare tutto quello che facevo prima.
•Quale pietra usa?
Io lavoro utilizzando la pietra calcarea, quando la vedo immagino già quello che potrà diventare.
•Ha mai rotto qualcuna delle sue opere mentre le stava creando?
Ho rotto tante pietre, purtroppo in questi casi si devono buttare via, non si possono recuperare.
•È difficile imparare a scolpire le pietre?
Sì. Bisogna imparare da qualcuno, in questa zona ci sono stati tra i più bravi scalpellini del mondo. Non è facile imparare, ci vogliono tempo e volontà, non si può fare come vero e proprio lavoro oggi. La difficoltà principale sta nella pietra che si usa. Se trovi la pietra giusta anche una fontana non è difficile da scolpire: in questo caso ci vuole più fantasia che fatica.
•Che strumenti usa lo scalpellino? Serve una divisa?
Scalpello, bocciarda/mazza, adesso ci sono anche strumenti elettrici come la flessibile e diversi tipi di dischi e punte.
Non serve una divisa particolare, sono fondamentali gli occhiali per evitare che le schegge facciano danni agli occhi.
•Ha mai insegnato/fatto delle dimostrazioni del suo lavoro?
Non ho mai insegnato e non ho fatto delle mostre. Purtroppo nessuno mi chiede di imparare questo lavoro.
•Le piace il suo lavoro?
Sì, perché quello che faccio adesso resta! Nessuno lo porta via. Quando facevo il cuoco, invece, quello che cucinavo… spariva.
•Sappiamo che oltre a fare lo scalpellino lei era un bravo norcino. Le possiamo chiedere qualcosa al riguardo?
Sì, va bene!
•Che strumenti usa il norcino? Ce n’è qualcuno particolare?
Ce ne sono di ingombranti/pesanti?
Allora, intanto vi dico che il lavoro di norcino era all’ordine del giorno nel periodo tra metà novembre e marzo. Si usava solo il coltello per uccidere il maiale, che veniva sgozzato; poi, col passare del tempo, è diventato obbligatorio usare la pistola adeguata per gli animali.
Quando si sgozzava col coltello si recuperava anche il sangue per mangiarlo/berlo. Con l’acqua bollente poi si toglieva il pelo e l’animale si squartava e si producevano i diversi salumi.
•È difficile salare la carne del maiale?
Non è difficile, la si salava a occhio adesso invece si va a peso e viene più buona. Poi si possono aggiungere pepe, vino e aglio a seconda dei gusti.
•Era difficile uccidere il maiale?
La più grande fatica era ammazzarlo perché mi dispiaceva vederlo morire. Era una necessità all’epoca, perché era alla base dell’alimentazione: con i salumi si andava avanti per tutto l’anno. Nelle case vecchie c’erano delle stanzette apposite per conservare i diversi prodotti.
•Da quale parte del maiale si fa il salame?
Le parti con cui si fa il salame si possono prendere da tutto il maiale, l’importante è togliere i nervi.
•È ancora in attività come norcino?
Adesso non ho più maiali, prendo un pezzo di carne al macello e creo i salumi a mio piacimento.
•Ha mai fatto qualche errore?
Non mi è mai successo; la carne si rovina quando si asciuga o se si conserva male quando non hai luoghi adatti dove metterla.
Signor Luciano, la ringraziamo dell’intervista, è stato molto utile per farci conoscere meglio sia il lavoro dello scalpellino, sia quello del norcino.
Grazie a voi, speriamo di vederci presto magari potendovi fare una dimostrazione di come si crea una scultura.